Eleonora Porta scrive: Il tuo commento è in attesa di moderazione
27 febbraio 2009 alle 22:11
Non so neanche se sia il caso di rispondere; vengono sempre citati i casi di aziende che chiudono.
27 febbraio 2009 alle 22:11
Non so neanche se sia il caso di rispondere; vengono sempre citati i casi di aziende che chiudono.
Non avranno ottenuto quel tornaconto che avevano immaginato o previsto, evidentemente su proiezioni che si basavano su dati poco veritieri; forse i loro analisti non sono stati all’altezza.
Io so soltanto che posso citare molte altre realtà che in SecondLife stanno sperimentando, imparando, insegnando, creando; il mondo business non mi interessa per nulla ma probabilmente i settori che possono avere successo non sono tutti indiscriminatamente, ma ,per esempio, quelli che girano attorno ai nuovi media, alla comunicazione, alla realizzazione di servizi, al 3D.
L’errore delle aziende, di alcune aziende, è stato quello di pensarea Sl come ad una vetrina dei loro prodotti alla stregua del WEB, ma non è così.
Il valore aggiunto di un ambiente virtuale è ben altro, sta nell’aumento e nell’accelerazione dell’apprendimento e della formazione per esempio dei dipendenti e del personale; nel potere catalizzatore di accelerazione della socializzazione, nella presenza “quasi fisica” a meeting, conferenze, spettacoli, arte, education, lezioni, musica, eventi di importanza internazionale o locale.
L’avatar per molti è un’estensione della proprie capacità così come la macchina fotografica o la tv lo è per il nostro potere di vedere a distanza, l’aereo per il nostro potere di spostamento o il telefono per l’ascolto.
Questo struemeento ha il potere di farci comunicare in modalità partecipativa non solo su un 2D come potrebbe essere internet ma simulando un vero e proprio ambiente comune per interagire.
Detto questo, vorrei ricordare che la NASA (e ne cito solo uno) ha uno spazio didattico su SecondLife e non mi sembrano proprio gli ultimi arrivati.
E pensate al turismo nella realtà virtuale, alla possibilità di visitare il nostro splendido patrimonio culturale ed architettonico attraverso questo strumento. Ecco due video come esempio.
A me interessano gli aspetti didattici dell’ambiente , le potenzialità in termini di interattività con gli oggetti per un apprendimento informale, efficace e veloce perchè immediato e non mediato da testi o cultura già filtrata.
Certo, solo in alcuni settori, o discipline ma ci sono davvero molte strade ancora inesplorate da sperimentare ed altre già validate; non cito tutte le università e college già presenti ed operative sulla piattaforma (termine davvero diminutivo ).
Mi auguro solo che l’Italia non si svegli, in quei settori , solo all’ultimo momento, quando tutto il mondo tecnologicamente avanzato avrà la sua “estensione” negli ambienti di realtà virtuale.
Ah dimenticavo, attorno a SL stanno sorgendo molte Opensim, ovvero grid private o pubbliche realizzate con sw opensource sia lato client che lato server e questo apre la starda affinchè ogni piccola realtà, azienda, università, scuola possa avere la sua piatatforma virtuale su cui formare i nuovi virtual native ( immagino che gli autori dll’articolo non siano proprio digital native :))
Ci sono insomma moltissime persone che non sono in SL solo per divertirsi ma anche per sperimentare nei settori del’arte, della cultura , delle scienze e tecnologie propio per assiscurare ai nostri ragazzi un futuro più vicino a quello che ci possiamo aspettare tra una quindicina d’anni.
Di fronte a questa prospettiva il caso di alcune aziende che “abbandonano” perchè non hanno ottenuto il profitto (già in partenza impossibile da ottenere) mi lascia completamente indifferente (anzi un po’ mi fa piacere, meglio che rimangano solo quelli che sanno davvero dove sono).
Con rispetto per le idee di tutti
Eleonora Porta